Fulvio Bucci è presidente di una Cooperativa di Comunità Impossibile. Eravamo abituati a Reggio Emilia a sentir parlare di Cooperativa di Comunità Impossibile, in particolare quelle dell’Appenino, che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali ed ora esiste una Cooperativa di Comunità Impossibile in città, tra altro in Via Turri. Una via che stiamo scoprendo che mostra varie problematicità.
Come una Cooperativa di Comunità può dare un contributo ed un aiuto? La Cooperativa di Comunità Impossibile, che già dal nome è abbastanza esplicativo, è una delle prime esperienze di comunità in città. In un quartiere dove si sente l'esigenza di rendere più coese la comunità. Il punto di partenza di questa cooperativa è quella di partire dalla comunità coinvolgendola e di provare a creare maggiore coesione sociale, partendo dalle piccole imprese di quartiere. Lo strumento economico che viene ridato in mano alla gente che abita il quartiere. Questa è una scommessa, una sfida. La Cooperativa di Comunità Impossibile nasce all'interno del progetto Welcome, finanziato dalla Fondazione Manodori. insieme ad altre 12 realtà del territorio. Una cooperativa di comunità di secondo livello, diciamo; sono realtà che operano già sul quartiere e che hanno voluto scommettere sul fatto di lavorare insieme e sul creare un contenitore per diventare uno strumento di un gruppo comunitario. Partiremo da prime sperimentazioni, iniziando dalla zona stazione, del quartiere Via Turri, ma anche in zona Santa Croce e Mirabello. Noi partiamo dal tema della Bellezza, sia dal punto di vista del raccontare un quartiere più bello, coinvolgendo i giovani e gli anziani del quartiere e sia dal punto di vista narrativo, raccontando in maniera soggettiva di chi abita qui, rendendo più belli luoghi di questo quartiere. |
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Luglio 2022
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