![]() Nella casa di Nilde – un appartamento affacciato sulla ferrovia – tutto parla di lei. I libri sulle mensole, le piante appese a creare una piccola giungla di città, i colori del divano e della tovaglia. Accoglienza, condivisione, ottimismo sono parte di lei, traspaiono dai suoi gesti e dalla sua dolcezza.
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![]() Tante voci si uniscono pur mantenendo le loro differenze. Questa volta il racconto è la storia di molte storie, un intreccio di ricordi felici, sofferenza, paure, desideri, curiosità, esperienze. Le signore che frequentano lo Spazio Civico presso La Polveriera mi danno la possibilità di partecipare ad uno dei loro incontri, dove allegria e nostalgia si incontrano. ![]() Elena «lavora con la gente che litiga»: così definisce la mediazione. Dopo diverse esperienze all’estero a contatto con la fragilità sociale, è tornata in Italia perché, dopo tutto, si può viaggiare anche senza lasciare la propria città. Come la musica dub e il jazz, Elena è permeabile a storie, esperienze, stili di vita differenti. ![]() Marta, architetta eretica dagli occhi sorridenti, percepisce lo spazio – materia prima della sua formazione – come luogo vivo, habitat di carne e pietra, in cui intessere relazioni. Polveriera la rappresenta a pieno: volumi puliti, colori chiari, voce come brezza leggera che entra dalle grandi porte luminose. Un racconto da leggere – magari durante un viaggio in treno – lasciandosi accompagnare dalla radio e dal suo palinsesto. Come piace a Marta. ![]() L’anno in cui nasceva Fulvio, il Bologna vinceva lo scudetto. Il suo grande rimpianto è quello di essere stato troppo piccolo per poter festeggiare. Voce gentile, passaporto correggese, ma di orgoglioso sangue montanaro, contadino maturo, la famiglia e la terra sono le ancore della sua vita. E poi c’è la relazione con la comunità: una storia appassionata che dura da tutta una vita. |
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Luglio 2022
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