![]() Nella casa di Nilde – un appartamento affacciato sulla ferrovia – tutto parla di lei. I libri sulle mensole, le piante appese a creare una piccola giungla di città, i colori del divano e della tovaglia. Accoglienza, condivisione, ottimismo sono parte di lei, traspaiono dai suoi gesti e dalla sua dolcezza. Da adolescente ho vissuto un grande lutto. La morte di mio padre mi ha portato a fare domande a Dio a dargli del tu. Gli chiedevo il perché. Di molte cose.
Quel dolore ha portato a un dialogo fruttuoso che non si è più interrotto. Mi sono sempre sentita più attratta da Dio. Ho capito che la mia felicità è vivere con Lui, condividendo la vita delle sorelle e dei fratelli più poveri nella nostra terra. Ho abitato in una casa-famiglia con bambini in affido. Ho incontrato ragazze vittime di tratta: la sofferenza come donna e loro sorella mi ha portato ad incontrarle sulla strada, là dove sono costrette a prostituirsi. Ascolto In viaggio di Fiorella Mannoia e mi trovo a pensare a loro, al loro viaggio così difficile e angosciante. Mi dedico agli altri da molto tempo anche nel lavoro. Ho insegnato per trent’anni nelle Scuole dell’Infanzia Comunali di Reggio Emilia. Ascoltare i bambini, pormi nuove domande davanti alle loro esigenze sempre differenti, creare progetti sempre diversi mi ha stimolato moltissimo. Ancora oggi, stare con i bambini e ascoltare i loro sogni mi fa sentire bene, vedo in loro luce e futuro. Ora sono in pensione. Un infortunio mi ha fermata, ma mi ha dato anche l’opportunità di riconsiderare le mie energie e le mie scelte. Ora posso vivere pienamente il quartiere che prima abitavo di fretta, assorbita da molti impegni. In Via Turri c’è molto da fare, i problemi sono molti: scarsa igiene pubblica, mancanza di servizi essenziali, carenza di spazi dedicati alla socialità. Eppure, quindici anni fa ho scelto di vivere qui e lo scelgo ancora, ogni giorno. La mattina mi alzo, guardo l’alba dal mio balcone, dalla visuale aperta sul Campovolo e sulla ferrovia respiro libertà, un respiro ampio e rigenerante. Apro la porta a sorelle e fratelli di nazionalità diverse, tre solo sul mio pianerottolo. Ci sono. A volte si tratta di ascoltare le necessità delle persone – lo facciamo anche con il progetto Antenne di Quartiere – a volte do sollievo alla mia vicina aiutando i suoi figli per i compiti, oppure consegno la spesa a domicilio, partecipo al doposcuola per bambini del quartiere per cui ho tanto lottato. La relazione, costruire relazioni è l’elemento importante nella mia vita. È fondamentale incontrarsi, ascoltarsi. La gentilezza ha un impatto positivo sulle persone e dà loro la voglia di vivere e ricambiare. Durante il lockdown abbiamo posto un cesto nell’atrio del palazzo, con diversi generi alimentari: «Chi ha metta, chi non ha prenda!». Vedere il cesto che si riempiva ogni giorno è stato commovente, abbiamo visto il massimo rispetto e la grande risposta vissuta dalla comunità del palazzo. La gentilezza genera altra gentilezza ed è seme di rivoluzione. Intessere legami mi arricchisce. Il turnover degli abitanti del quartiere è molto alto, ma io provo a creare connessioni nel tempo che ho a disposizione. Ho notato che lo spazio è elemento chiave della relazione. Piazza Secchi è un paradiso quando i bimbi si rincorrono allegri, gli anziani chiacchierano quieti, signore cinesi ballano festose. Il quartiere pullula di vita e di ricchezza. Eppure, senza un presidio, senza i servizi essenziali, un luogo diventa “di nessuno”. Se non è più amato e abitato, o vissuto, un luogo si sgretola. Qui c’è bisogno di spazi aperti al gioco, all’incontro tra le persone. La diversità e la bellezza di questi posti non devono perdersi. Sarebbe bello rendere il quartiere più fruibile, mostrarne le potenzialità a tutta la città. Io mantengo la speranza perché alcune cose che abbiamo voluto e domandato, sono diventate realtà. Non voglio smettere di far sentire la mia voce, la nostra voce. Forse presto affiggeranno un cartello sul mio palazzo con scritto: «Obbligatorio divertirsi» invece di «Vietato giocare»! Forse il doposcuola al Civico 27 di Via Turri sarà un servizio prezioso a cui potranno accedere tutti. Forse il nostro ascolto attivo porterà a progetti pensati per il quartiere, per le giovani famiglie, per i bambini, con la speranza che scelgano di restare e di creare una comunità unica nel suo genere. Io non mollo. Ogni mattina guardo il sole sorgere in mezzo alle mie rigogliose piante, vivo qui con piccoli gesti quotidiani ed esco per incontrare sorelle e fratelli, piccoli e grandi, dedicando tempo ad intessere relazioni, a collaborare con qualche progetto che nasce. Ad esserci.
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Luglio 2022
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