![]() Tante voci si uniscono pur mantenendo le loro differenze. Questa volta il racconto è la storia di molte storie, un intreccio di ricordi felici, sofferenza, paure, desideri, curiosità, esperienze. Le signore che frequentano lo Spazio Civico presso La Polveriera mi danno la possibilità di partecipare ad uno dei loro incontri, dove allegria e nostalgia si incontrano. Lidia lavorava al macello. I tacchini con le loro grandi ali svolazzavano dappertutto dalla paura, quando non erano storditi. Una sera di quando aveva 16 anni a Massenzatico suonava Narciso Parigi e Lidia a ballare c’è andata lo stesso anche se aveva gli orecchioni, sciogliendo i capelli per nasconderlo a tutti. Quando era piccola, un ragazzo, di otto anni più grande di lei, quando la incontrava le faceva i dispetti, le dava i calci nel sedere. Poi se l’è sposata. Suo marito oggi non c’è più, così come suo figlio, scomparso da poco.
C’è Angela, che è stata infermiera professionale. Oggi i bambini che ha aiutato ad essere allattati dalle neo-mamme in difficoltà la chiamano e le scrivono. La ringraziano per l’attenzione e l’impegno che ha messo – quasi sempre fuori dall'orario di lavoro – nell'aiutare le loro famiglie in un momento difficile. Ha litigato coi medici per poter fare il lavoro che la passione le diceva di fare. Gli occhi le luccicano quando ne parla. Oggi è un punto di riferimento nel suo palazzo, è sempre a disposizione degli altri e, nonostante le molte difficoltà, non chiude la porta agli stranieri appena arrivati quando hanno bisogno di una mano. Deanna è stata moglie, è mamma e nonna. Lo dice con umiltà, ma intuisco che è il cardine della sua famiglia con il suo sorriso contagioso e la sua energia. Ha affrontato la malattia del marito e quando lo ha perso si è sentita sola, la casa ormai vuota. Per caso è passata davanti allo Spazio Civico e da allora è una delle anime di questo gruppo. Le piace ricordare i vecchi tempi, guardando le fotografie con le amiche, l’abito a metà polpaccio del suo matrimonio, il viaggio di nozze in doppia coppia con i cugini: «Ogni coppia nella propria stanza la sera, eh!». Deanna ha paura che questa esperienza di Spazio Civico finisca se non si riescono a trovare altre persone interessate e lei non vuole perdere le sue nuove amiche. Una signora simpatica e sicura di sé racconta la sua carriera trentennale di cameriera negli hotel: «Puntavo ad ottenere il ruolo di direttrice, ma non ci sono mai riuscita. Ho preparato le stanze per tutta una vita e va bene così». Carmelina, detta Carmen, ha una figlia che vive con lei e ha avuto una suocera molto longeva. «Non dico che ne sono stata scontenta, ma trentadue anni con una suocera sono una bella cifra. A volte me ne vanto!». A Carmen non piace che gli anziani del suo palazzo e del quartiere siano così chiusi e riservati. Ha voglia di stare in compagnia e appena può cerca di coinvolgere nuove persone nei pomeriggi in Polveriera. Dice che la sua è stata una vita come tante, normale. Ha visto le grotte di Frasassi e consiglia a tutti di vederle almeno una volta nella vita. Olivia abitava a Bagnolo In Piano quando ancora era tutta campagna, assieme ai genitori e a dodici fratelli. Le manca la sua casa con giardino, l’aria dei campi in cui ha lavorato fin da piccola. Ha fatto anche la magliaia in casa, ha lavorato in fabbrica e ha cresciuto un figlio ingegnere: «Ora sono casalinga, mi pare di aver lavorato abbastanza!». Ora nella sua casa si sente come chiusa in una scatola: le viene da pensare a ciò che ha perso, ai lunghi anni di malattia del marito che amava molto. Il gruppo di amiche la fa star bene, è un’occasione per chiacchierare e ridere. Infine c’è Marina, che ha voglia di ascoltare ma non di parlare. Nello Spazio Civico si può fare anche questo, ognuno si relaziona con i suoi tempi e modi. Il quartiere è cambiato molto, loro se lo ricordano. Dove c’è la Gelateria 90 c’era un negozio che vendeva il formaggio, di fianco una casa brutta che hanno abbattuto e per le vie, la mattina presto, passavano i militari con i carri armati. Ci si vivrebbe anche bene, ma vorrebbero condividerlo con le persone che hanno amato che non ci sono più. Prima c’era più fiducia tra le persone, si faceva amicizia, ci si aiutava. Poi la società è cambiata. Ora ognuno sta sulle sue, anche le persone anziane hanno paura a relazionarsi tra loro. Si potrebbe provare a integrarsi, a conoscersi, ma è sempre una gran fatica. Loro ci provano tutti i pomeriggi, fermando chi passa e chiedendo di fare una chiacchierata insieme. Anche se le resistenze sono molte, qualche cosa si muove. Dicono che di obiettivi, alla loro età, non se ne possono avere più. «Oramai, io spero solo di arrivare alla morte viva!» scherza Carmen. «Un obiettivo? No, forse un pio desiderio!», la incalza Deanna con una risata. Poi però si fanno serie e rivelano di voler continuare ad avere la salute, una vita attiva e una mente limpida. Si augurano di non passare gli ultimi anni senza poterseli godere, desiderano incontri, amicizia, sorrisi. Vogliono continuare a raccontarsi “le loro cosine”, dire stupidaggini, stare insieme a ridere e ricordare i bei tempi. Vogliono ballare i latino-americani insieme alle ragazze giovani e capire che cos’è questo Tik Tok.
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Luglio 2022
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